Storia della Coltivazione del Riso Vercellese dagli Inizi a Chicchediriso ( parte quarta )

La coltivazione del riso, nel periodo tra il 1921 ed il 1945, subì moltissime trasformazioni, sia tecniche che da un punto di vista politico.

Il prezzo del riso,  tra il 1921 e il 1926, fu sostenuto da condizioni favorevoli, in particolar modo dall’esportazione. Questo causò anche un’ aumento della superficie coltivata. Unitamente si verificò anche l’incremento degli impianti di lavorazione del riso.

Storia Coltivazione Riso 1921 1945

Il 1921 segnò la fine di gran parte delle restrizioni economiche che la guerra aveva messo in piedi per gli approvvigionamenti alimentari.

Il riso vide un aumento dei prezzi, e la liberalizzazione degli scambi internazionali ebbe un ruolo importante per l’aumento di essi.

Duce Battaglia Grano

Poco tempo dopo, però il quadro mutò radicalmente.

Tra il 1926 e il 1927 Mussolini diede inizio alla “Battaglia della lira”, aumentando artificialmente il valore della nostra moneta. La lira fu rivalutata fino a quota novanta nei confronti della sterlina, causando come effetto la penalizzazione delle esportazioni.

La Coltivazione del riso tra il 1921 ed il 1945. La battaglia del grano

Dello stesso periodo anche la “ battaglia” del grano, volta ad aumentare la resa della cerealicoltura nazionale. Se la produzione del riso era superiore al consumo della popolazione, il frumento non riusciva a soddisfare la domanda interna. Ciò causò di fatto un aumento dal prezzo del riso nazionale sui mercati internazionali.

Gli agricoltori si trovavano quindi in difficoltà di fronte alle variazioni stagionali del prezzo del riso che oscillava fortemente.

La Coltivazione del riso tra il 1921 ed il 1945. Nascita dell’Ente Nazionale Risi

Per controllare ed evitare le forti oscillazioni dei prezzi nel 1927 fu costituito il Consorzio nazionale fascista dei risicoltori. Successivamente, con il Regio decreto legge 2 ottobre 1931, fu costituito l’Ente Nazionale Risi. Tale Ente doveva essere un organo distaccato della pubblica amministrazione, e aveva funzione di controllo e incoraggiamento delle iniziative dei privati.

Ente Nazionale Risi Volantino

L’Ente garantiva un prezzo che riusciva a coprire i costi di produzione. Otteneva anche il collocamento di tutte le eccedenze di prodotto, che il mercato interno non riusciva ad assorbire.

Per mettere in atto questa pratica, all’atto della compravendita si esigeva un diritto di contratto. Era una tassa pari a 14 lire per quintale, che veniva utilizzata come compenso agli esportatori obbligati a vendere all’estero ad un prezzo basso.

Ente Nazionale Risi Tipici

La nascita dell’Ente Nazionale Risi diede vita a una nuova fase della risicoltura. Essa rappresentava uno strumento a favore del riso. Venivano garantite protezioni economiche con barriere doganali. Era così in atto una politica di prezzi multipli più elevati nel mercato interno che in quello estero. Si cercava progressivamente di sottrarre il mercato risiero alla concorrenza al ribasso di quello internazionale, con importanti sovvenzioni sul prodotto.

Una serie di operazioni volte al sostegno, promozione e sviluppo della risicoltura.

Era dal 1925 che l’agricoltura italiana aveva usufruito degli aiuti governativi, mirati ad ottenere l’autosufficienza nella produzione.
Tuttavia, verso la fine del 1935, quell’obiettivo diventò una scelta obbligata, a causa delle vicende internazionali.
Il 3 ottobre 1935 Mussolini diede inizio all’invasione dell’Etiopia. Di conseguenza, la Società delle Nazioni decretò sanzioni contro l’Italia, limitando i vari rapporti commerciali con gli Stati membri della stessa.
Non tutte le nazioni applicarono le sanzioni, ma il commercio italiano pagò a caro prezzo questa situazione fino a luglio 1936, quando furono abolite.

La Coltivazione del riso tra il 1921 ed il 1945. L’Autarchia ed il controllo del prezzo del riso.

Guida autarchia coltivazione riso 1921 1945

Si consolidò in questo periodo la tendenza autarchica della politica economica italiana.
Anzi, l’autarchia fu l’occasione per dare una risposta verso coloro che volevano punire l’Italia per l’avventura in Etiopia.
Le politiche autarchiche sono espressione di due elementi fondamentali, l’isolazionismo e il nazionalismo. Il riso visse comunque un periodo felice, se non altro a livello di immagine.

Durante il biennio 1936 – 1937 lo scontro fra la borghesia agraria, desiderosa di incrementare i propri guadagni, e un regime che voleva una programmazione economica fondata sull’autarchia e sull’approvvigionamento a basso costo, causò un periodo di crisi.

Alla fine di questo biennio cambiò anche il ruolo che fino a quel momento aveva ricoperto l’Ente Risi.
Infatti non difese più il produttore, e si occupò solamente di controllare politicamente il prezzo. Inoltre, con l’ammasso obbligatorio si ebbe una svolta autoritaria nella regolamentazione del mercato.

Nel 1940 fu poi sancito il conferimento obbligatorio del riso, e l’Ente finì per assumere il monopolio del mercato risicolo.
I produttori dovevano custodire in cascina il prodotto, questo fece risparmiare loro le spese di trasporto ed evitò anche un aggravio del prezzo di vendita.

La Coltivazione del riso tra il 1921 ed il 1945. Gli obblighi dei coltivatori

  • Ogni anno entro il 30 luglio dovevano segnalare all’Ente la superficie coltivata a riso, specificando le varietà seminate e distinguendo le semine dirette dai trapianti.
  • Entro il 10 novembre dovevano dichiarare la quantità prodotta.
  • Pagare i diritti di contratto prima di qualsiasi lavorazione o utilizzo del risone.
  • Denunciare entro tre giorni ogni contratto di vendita.
  • Giustificare ogni trasporto di risone con un apposito documento.

Tutti gli altri operatori ( commercianti, industriali ecc.) devono pagare i diritti di contratto tenendo registro di carico e scarico.
Dovevano inoltre appuntare tutti i movimenti effettuati nel magazzino, dandone comunicazione settimanale all’Ente.
Il servizio di controllo frodi inizialmente gestito dall’Ente, dalla fine del 1933 fu affidato alla Guardia di Finanza.

Entrata in guerra

Duce Discorso 10 giugno 1940

Nel 1940 l’Italia entrava in guerra.
Dopo un avvio che illuse sulle reali potenzialità italiane, arrivarono invece i provvedimenti di guerra, gli ammassi e i conferimenti obbligatori dei generi alimentari.
Vennero applicati il blocco dei prezzi e le addizionali di guerra alle imposte sul reddito.
Gli agricoltori furono incitati al fine di garantire un’autosufficienza in periodo bellico.

Giornale tesseramento pane

Attraverso la propaganda, che cercava di alimentare fiducia nella vittoria militare, nel 1941 il governo spinse per aumentare le produzioni agrarie.
Arrivarono anche le prime conseguenze negative, come i risarcimenti dei danni di guerra.

Giornale consumo pasta riso farina

Fu esteso il tesseramento a olio, lardo, strutto e burro, oltre a pane e farina di granoturco.
I produttori agricoli furono soggetti a controlli sempre più pressanti sulle produzioni.

La Coltivazione del riso tra il 1921 ed il 1945. Il mercato nero

Borsa Nera Uno

In questo periodo nacque un mercato del tutto parallelo a quello ufficiale, un mercato che utilizzava i prodotti sottratti al regime dei controlli, La Borsanera.

Borsa Nera due

I responsabili della custodia e della distribuzione delle merci ammassate potevano movimentare i prodotti a loro piacimento, grazie alla facilità di falsificazione delle tessere annonarie.

Borsa Nera tre

Come durante la prima guerra mondiale, anche durante questo secondo conflitto le norme limitative per la semina del riso si erano allentate.
Si premiava invece sia l’aumento della produttività che l’estensione delle superfici coltivate.

Segni bombardamenti

Seguì il periodo più buio. Fu quello dell’occupazione tedesca, delle incursioni aeree nelle campagne, del dramma degli sfollati, della guerra civile fino ad arrivare al tracollo dell’aprile 1945.

sfollamento coltivazione riso 1921 1945

Questo è il periodo più difficile da ricostruire, da un punto di vista storico.
Esistono molte testimonianze dei protagonisti dell’epoca, ma esistono poche fonti documentarie originali, in quanto disperse o distrutte.

In ogni caso, si deve ricordare l’importanza del riso del Vercellese e degli altri comprensori risicoli in quel periodo di miseria.
Con il rifornimento costante delle razioni alimentari, distribuite con le tessere annonarie, fornirono un supporto fondamentale alle popolazioni stremate.

Tra il 1944 ed il 1945 sembrarono lontani i tempi in cui era vietato l’uso delle farine di riso per la panificazione. In effetti per lunghi periodi si panificò solo con farina di riso.

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